I GIOVANI ED IL CINEMA

Nel corso delle varie puntate si è visto come, nel doguerra, le possibilità di lavoro nei piccoli paesi come Quero, fossero prossime allo zero. Chi ne soffriva di più erano i giovani i quali, in attesa di raggiungere i 18-20 anni per emigrare all’estero, restavano parcheggiati in paese e disponibili a svolgere qualsiasi attività anche se scarsamente retribuita.

Giovani queresi nel 1949

 

Bepi ed Enzo in Via Nazionale

 

Giovani nel 1949.. Il secondo da sinistra è Giovanni che ha perso le dita con una bomba, quello al centro con cappotto è Berto, protagonista di molte delle avventure quì raccontate, il quinto è Vico il dinamitardo, l’ultimo a destra è l’autore del presente racconto

 

Dall’alto: Elio O., Dorino,Carlo Ovi ed Elio B, giovani Queresi

 

Con queste premesse quale modo migliore per poter disporre del personale necessario per l’esercizio del cinema con costi contenuti se non quello di ricorrere a loro? Ed è proprio tra i giovani, delle tipologie più diverse e dedite alle attività più disparate spesso assai strane e pericolose che Livio attingeva per l’esplicazione delle varie mansioni tra le quali quella, particolarmente complessa, di addetto alla macchina da proiezione

 

 

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