LA FOGNATURA DI MESTRE E’ DESTINATA AD ESSERE PER SEMPRE UN BIDONE?

Sono trascorsi ben dieci anni da quando lo scrivente ha pubblicato in internet ed ha fatto pervenire a molti degli enti direttamente interessati alla costruzione e gestione della fognatura comunale di Mestre due note intitolate provocatoriamente “LA FOGNATURA DI MESTRE E’ UN BIDONE?” , tuttora leggibili in questo stesso sito e nelle quali si metteva in dubbio la funzionalità del sistema fognario mestrino facendone risaltare i presunti difetti principali.
Nelle note venivano indicate alcune soluzioni che, sempre a giudizio dello scrivente, potevano contribuire notevolmente a migliorare la situazione.

Dopo un decennio è interessante esaminare la realtà di quanto accaduto in merito, quante delle affermazioni di allora si sono dimostrate o non veritiere e quante delle soluzioni proposte sono state accolte o bocciate perché ritenute inattendibili o per altri motivi.

Inizierei la discussione riportando letteralmente la frase con la quale il Sindaco di Venezia prof. Cacciari ha introdotto la sua presentazione dell’interessante convegno “ALLUVIONE DEL 26 SETTEMBRE 2007 esiti tecnici delle attività commissariali” tenuto presso il Centro Pastorale Cardinale Urbani di Zelarino il 15.05.2009. Questa la frase: “Il fatto che per risolvere i problemi degli allagamenti di Mestre si sia dovuto ricorrere al Commissario esterno è la dimostrazione del fallimento totale dei nostri servizi”.

Passerei quindi in rassegna i principali punti toccati nelle mie due precedenti relazioni citate. In esse veniva ribadita la esistenza di inammissibili e colpevoli immissioni in fognatura di acque bianche non pertinenti. Veniva anche fatto rilevare come, invece di provvedere a scoprirle in quanto erano e sono tuttora del tutto incognite e soprattutto, invece di studiare il modo per eliminarle, venivano potenziati gli impianti di sollevamento della fognatura fino a trasformarli in veri e propri impianti idrovori atti a smaltire le inusitate portate il che, oltre a non raggiungere gli effetti sperati, contribuiva a convalidare lo stato irregolare e colposo di una fognatura adibita alla evacuazione di acque che sono invece di competenza dei consorzi di bonifica. Nel mentre ribadisco qui che quello in oggetto è uno dei più gravi difetti della fognatura mestrina, trovo che sono gli avvenimenti succedutisi nel tempo a darne piena conferma: si sono avuti due tragici allagamenti della Gazzera Bassa rispettivamente il 01.06.2007 e cioè quindici giorni dopo la cerimonia di inaugurazione delle nuove pompe della centrale di fognatura di Zelarino le quali, a detta degli intervenuti, avrebbero dovuto salvaguardare la Gazzera dalla gran parte degli allagamenti, e l’eccezionale allagamento del 26.sett. 2007 che, oltre alla Gazzera stessa, ha interessato anche gran parte della città. Una ulteriore e determinante conferma la si evince dalle dichiarazioni e dall’operato dell’Ing. Petris progettista di un importantissimo elaborato denominato ” Revisione critica dello studio generale del sistema di raccolta e collettamento delle acque meteoriche nel territorio della terraferma veneziana” ma in pratica consistente nel rifacimento del progetto generale della fognatura di Mestre. Ebbene in detto elaborato viene confermata la dannosa presenza delle immissioni in argomento e, per ovviarvi, sono progettate importanti opere aventi lo scopo di deviare le acque non pertinenti nei canali di bonifica o nei fiumi mestrini evitando l’attuale loro immissione in fognatura. E’ da rilevare come nei precedenti progetti fognari nessuna opera di questo genere era prevista e che le poche allora realizzate con lo stesso intento di estromettere le acque non pertinenti dalla fognatura, costituiscono delle violazioni del progetto generale allora vigente, con varianti assolutamente non consentite né delle leggi che regolano la realizzazione delle opere pubbliche né dal comune buon senso che ammettono soltanto opere facenti parte di un progetto generale valido ed approvato che coordini tutti gli interventi. Mi sento di poter affermare ad alta voce che se ben dieci anni fa si fosse seriamente pensato a risolvere questo problema come da mè auspicato e tutto ciò con una progettazione seria dello stesso tipo di quella ora coordinata dal Commissario ing. Carraro, ben diversa sarebbe ora la situazione di Mestre.

Un altro punto toccato nelle mie precedenti relazioni riguardava la Gazzera bassa e le due assurdità ivi presenti ed in dettaglio il voler addurre le acque bianche fino a Zelarino per poi farle in parte tornare sui propri passi ed in secondo luogo nell’aver collegato idraulicamente tra di loro i due bacini di Gazzera e di Zelarino posti a quote diverse tramite le condotte che sotto passano il fiume Marzenego. Ebbene la pericolosità di tale sistema e la sua irrazionalità è confermata dal fatto che nel progetto dell’Ing. Petris citato, si prevede di raddoppiare la centrale fognaria di Zelarino dividendola in due parti distinte una per Zelarino ed una per la Gazzera e cioè creando finalmente la separazione idraulica tra i due bacini. Ma ci volevano dieci anni per accorgersene? Ed i danni che si sono avuti e che si avranno prima della realizzazione della nuova centrale di Zelarino a chi devono essere attribuiti?

Non ritengo di dilungarmi in questa sede sui molti altri argomenti che contribuirebbero a mettere in dubbio la funzionalità del sistema fognante in oggetto e a confermare i contenuti degli articoli citati ma riporto la discussione su l’argomento principe, quello dal quale derivano i mali peggiori, quello che tutti conoscono e che tecnici, cittadini stampa ecc. ecc. ammettono ma che nessuno vuol nemmeno prendere in seria considerazione. Intendo parlare della necessità che aveva e che ha tuttora Mestre di essere interamente dotata di una fognatura di tipo separativo.
Se si rileggono le mie due precedenti relazioni si capisce quali sono, a giudizio di chi scrive, le motivazioni e prima fra tutte, il fatto che una città come Mestre caratterizzata da un territorio pianeggiante e posto sotto il livello della marea ma che ha la fortuna di essere dotato di una fittissima rete di canali di bonifica ottimamente gestiti, di fiumi, di rii ecc. doveva fin dall’inizio approfittarne per attuare, dopo aver potenziato convenientemente i canali di bonifica, l’allontanamento subito dopo la pioggia di tutte le acque bianche scaricandovele quanto prima e località per località. Questa era ed è la unica vera soluzione!. Ma cosa si è invece fatto e cosa si continua a fare? Si immettono tutte le acque bianche in una fognatura di tipo misto mescolandole quindi con le nere e trasportandole per percorsi lunghissimi che richiedono ripetuti pompaggi!. Quando piove molto si provvede a scaricarne una gran parte direttamente nei canali e nei rii e a convogliarne una prima parte nei due impianti di depurazione di Campalto e di Fusina posti alla estremità sud del territorio. Ne deriva un sistema, a mio parere, pessimo sotto tutti i punti di vista: costoso per l’enorme quantità di energia elettrica di pompaggio, inefficiente per le enormi portate in gioco che continuano a provocare allagamenti ed inefficace per tutelare una laguna delicatissima come quella di Venezia dagli inquinamenti provocati dagli scaricatori di piena e dagli impianti di depurazione dai quali escono, con destinazione finale nella laguna stessa, acque non adeguate. Ad aggravare la situazione contribuisce il fatto di cui si è detto, che nella fognatura sono immesse grandi quantità di acque bianche non pertinenti e del tutto sconosciute che ne alterano profondamente il funzionamento.

Ma si sta verificando ora un fatto eclatante, la prova regina di tutto quanto detto finora, un elemento che, sempre a giudizio di chi scrive, non può essere messo in secondo piano. Si sono redatti una serie di piani generali di intervento che interessano, tra l’altro, il sistema fognante mestrino. Tali piani, senz’altro validissimi per le importanti tematiche trattate, sono però tutti basati sul mantenimento della fognatura di tipo misto nella maggior parte del territorio, limitando quella separativa a piccole aree periferiche di recente o di futura edificazione. Ebbene se si esamina ad esempio il ” PIC = Piano integrato Campalto” balza agli occhi come un impianto di depurazione come quello di Campalto che sta svolgendo un ruolo primario nelle operazioni di trattamento delle acque reflue di Mestre, non sia più ammesso. In altri termini le acque miste provenienti da una gran parte di Mestre non potranno più essere scaricate, pur avendo subito un trattamento che rappresenta quanto di meglio sia consentito dalla moderna tecnica depurativa, nella laguna proprio di fronte al centro storico di Venezia.

Con lo stesso scopo di evitare una ulteriore e similare immissione in laguna si stà già realizzando una condotta a mare della lunghezza di circa 30 Km la quale consenta di scaricare in mare aperto al largo dell’Isola del Lido le acque depurate dall’impianto di Fusina.

In definitiva viene stabilito un principio basilare che modifica radicalmente le modalità di accettazione degli scarichi in laguna, modalità che in futuro rimarranno valide per tutte le opere che vi si scaricano, nessuna escusa!

Ed allora cosa si è pensato di fare? Si è deciso di mettere fuori servizio l’intero impianto di depurazione di Campalto con tutti gli annessi e connessi e di trasferire sic et sempliciter le acque miste nere e bianche di prima pioggia che oggi vi pervengono fino all’altro impianto di depurazione di Fusina. Questo fatto significa, innanzitutto, ammettere ancora una volta di aver commesso errori madornali nelle precedenti progettazioni e precisamente nel non aver previsto fin dall’origine il solo impianto di Fusina che è il solo a poter scaricare le acque trattate fuori laguna. In secondo luogo, se nessuna obbiezione può essere mossa sulla opportunità di avere a Mestre un solo impianto di depurazione ( quello di Fusina ) che può essere dotato di scarico in mare aperto, ci rendiamo conto cosa significa tutto questo? Ma ci si rende conto cosa significa il trasferimento delle acque miste ( teoricamente in piccola quantità ma in realtà aventi volumi enormi a causa delle molte immissioni improprie e sconosciute in fognatura ) che, tramite pompaggio, ora arrivano a Campalto per farle arrivare fino a Fusina cioè all’estremo opposto dell’abitato di Mestre ed ancora una volta tramite pompaggio? E che ne sarà delle acque di supero che non vengono inviate a Fusina? Inoltre: ma è possibile prendere decisioni così importanti senza aver valutato tutte le possibili alternative e prima tra tutte quella della separazione nere/bianche?

A questo punto è necessario convincersi che trasferimenti così importanti come quelli in argomento devono assolutamente essere limitati alle sole acque nere non essendo nemmeno concepibile comprendervi, come si vuol fare, anche acque di pioggia il cui ammontare, come già detto, è solo teoricamente limitato ad un massimo di cinque volte la portata nera mentre nella realtà comprende enormi volumi che entrano nelle vecchie condotte della rete da provenienze le più disparate come sono, ad esempio, le piogge di piccola entità, il drenaggio della falda freatica operata da condotte obsolete, lo sgrondo di aree prettamente agricole ecc. ecc..
Ma, si obbietta, non è materialmente possibile realizzare la nuova rete nera nelle strade di Mestre già colme di sottoservizi. E’ facile ribattere che la rete mista esistente ed obsoleta, qualora dovesse conservare la sua funzione di raccogliere ed addurre anche le acque nere, dovrebbe essere per la gran parte rifatta o quantomeno rivestita internamente come si usa fare per ristabilirne la indispensabile tenuta idraulica. L’onere finale di questo rifacimento si avvicina a quello di una nuova rete nera da costruirsi in profondità al fine di sotto passare cavi e tubazioni dei vari servizi esistenti nelle sedi stradali ma con una differenza sostanziale data dal fatto che in tale ipotesi si potrebbe disporre di una rete nera tutta nuova, costruita in gres o in altro materiale atto a fornire tutte le garanzie di buona tenuta e durata con altri vantaggi notevolissimi quali un notevole miglioramento dello sgrondo delle acque piovane attuato dalla esistente rete mista la quale, una volta privata delle acque nere e quindi trasformata in rete bianca e spezzettata in tanti tronchi di piccola lunghezza, potrebbe agevolmente scaricarsi nei canali evitando molti degli allagamenti che oggi affliggono Mestre, e consentire inoltre il raggiungimento di quel risultato, inutilmente inseguito da anni e con impiego di enormi capitali, di una depurazione e scarico ottimali delle acque reflue e quindi di salvaguardare veramente la laguna da immissioni altamente dannose. Riguardo alle modalità costruttive di una nuova rete nera e quindi di dimensioni relativamente piccole e posta a notevole profondità, sono da rilevare le moderne modalità di perforazione del sottosuolo, più volte già adottate anche a Mestre da Veritas, che consentono di sottopassare agevolmente con nuove tubazioni i servizi di cui sono intasate le vie mestrine.
Un’altra critica al sistema separativo di cui si discute è data dall’asserita impossibilità di intervenire su strade ed edifici ora a sistema fognante misto. Si tratta di un problema già affrontato altrove e risolto con due iniziative e cioè da un lato con un programma costruttivo delle opere caratterizzato da tempi molto lunghi e dall’altro con la scelta di una nuova fognatura di tipo pseudo separativa e cioè studiata apposta per permettere al sistema attuale ad acque miste di continuare per tutto il tempo necessario per graduare il passaggio al nuovo assetto di tutto il territorio. Sono state già adottate con buoni risultati diverse tipologie di fognatura pseudo separativa ( in Francia “Egout pseudo separtif”, in Inghilterra “Partially separate sewer”) alcune basate sul mantenimento temporale ma anche indefinito di zone particolari a sistema misto ma che prevedono tassativamente l’estensione della nuova rete nera su tutto il terrritorio e comunque il recapito nella rete bianca delle acque dei piazzali e delle strade.
È da rilevare come in questa sede non si pretenda affatto di costruire entro breve tempo la nuova fognatura nera il che costituirebbe un’impresa praticamente irrealizzabile, ma come si auspichi invece di effettuare urgentemente una progettazione seria del sistema fognante separativo da sottoporre ad attente verifiche e se ritenuta valida, come è probabile, di approvarla e rendere ufficiale una volta per tutte la definitiva rivoluzione della fognatura senza la quale non si otterranno mai risultati reali ma solo continue ed inconcludenti modifiche nella strategia di base come quella citata, di esito molto incerto e non certo l’ultima in ordine di tempo, volta alla dismissione dell’impianto di depurazione di Campalto.
La auspicata realizzazione del nuovo sistema ad acque separate esteso a tutto il territorio mestrino avrebbe luogo pian piano in concomitanza col verificarsi di interventi edilizi diffusi, mantenendo nel frattempo l’esistente fognatura mista ma eseguendo solo opere congruenti con il nuovo sistema separativo tenuto ben presente l’obbiettivo finale di trasformare la rete attuale in una rete esclusiva per le acque bianche. Oltre a migliorare notevolmente lo sgrondo e quindi evitare allagamenti delle aree abitate, una rete bianca di questo genere risolverebbe molti dei problemi secondari oggi insoluti ed insolubili come quello rappresentato dalla immissioni di acque non pertinenti di cui si è prima parlato e che verrebbero immediatamente riportate al loro destino naturale cioè ai canali di bonifica, come quello del drenaggio della falda freatica che non avrebbe più alcun rapporto con le acque nere ed infine migliorerebbe notevolmente le modalità di sollevamento meccanico di portate enormi grazie alla modesta estensione dei tratti da far percorre alle acque bianche per farle arrivare nel canale più vicino.
Una volta reso valido il nuovo progetto di fognatura separativa si potrà e si dovrà continuare a lungo con l’esistente sistema misto avendo in mano valide motivazioni per ribattere a tutte le richieste di modifica del tipo di quella che ora pretenderebbe la dismissione di Campalto, motivazioni tutte basate sulla necessità di realizzare, finalmente, la separazione delle acque reflue.

Sussiste un altro fattore tutt’altro che secondario che gioca a favore della auspicata separazione delle nere ed è la ben nota presenza lungo la rete mista di numerosi ed imponenti scaricatori di piena che deviano e devieranno in laguna grandi volumi di acque le quali, anche in presenza di vasche di prima pioggia, non rispettano sicuramente le nuove modalità di accettazione degli scarichi in laguna di cui si è prima detto: quando questo problema verrà alla luce così come è venuto ora alla luce il problema dei due impianti di depurazione, come si intende affrontarlo? Forse, per assurdo ma in analogia con quanto si progetta ora di fare nel PIC, costruendo numerose e lunghissime condotte per il trasferimento fino a Fusina delle acque in uscita dagli scaricatori, o forse costruendo nuovi impianti di trattamento locali distribuiti in lungo ed in largo per Mestre e cioè ritornando allo stato ante 1991? Ma, si obbietta, le regole in vigore ammettono in tutta Italia la presenza di scaricatori di piena purché costruiti e gestiti in maniera opportuna e quindi non si capisce perché dovrebbero sorgere problemi per quelli mestrini. La controdeduzione è estremamente semplice: quando mai è stato vietato lo scarico a mare di acque depurate come accade a Campalto ed a Fusina?. Pertanto, se si è arrivati, come sta realmente accadendo in questi giorni, a formulare due nuove regole di scarico che prevedono da una parte la dismissione dell’impianto di Campalto e dall’altra la costruzione della condotta a mare di Fusina per il fatto che immettono in una laguna estremamente delicata come quella di Venezia delle acque trattate, tanto più si arriverà alla esclusione degli scaricatori di piena che vi collettano acque di fogna le quali presentano solo una grande diluizione ma che sono pur sempre acque reflue di fogna !

Ancora una volta la soluzione è data solo e soltanto dalla fognatura separata con una efficiente rete per sole acque bianche che, per la salvaguardia della laguna dalle acque inquinanti, necessita soltanto delle vasche di prima pioggia che si scaricano in un secondo tempo nella nuova rete nera per la successiva depurazione delle sole acque di prima pioggia medesime.

Un altro vantaggio tutt’altro che secondario presentato dalla nuova e funzionale rete separativa è rappresentato dal poter finalmente razionalizzare la rete generale di collettamento e le modalità di pompaggio dell’intero sistema mestrino che all’epoca attuale è quanto di più sbagliato si possa immaginare essendo costituito non già da una rete di collettori e di impianti di sollevamento concepiti per addurre le ingenti portate ai due impianti finali di depurazione posti rispettivamente a Fusina ed a Campalto ma bensì da una forzato adattamento dei bacini iniziali attuato trasformando i vecchi e dismessi impianti di depurazione in altrettanti impianti di risollevamento. In altre parole le acque miste ai nostri giorni passano in serie da un impianto all’altro con percorsi i più strani e dispendiosi. La prova eclatante è data dalla fognatura mista della Gazzera nella quale le acque miste sono dapprima addotte verso nord fino all’impianto di Zelarino per essere poi sollevate e rimandate verso sud di nuovo alla Gazzera per assumere finalmente la direzione definitiva per Fusina. Da rilevare come la citata razionalizzazione della rete di adduzione diventerebbe assolutamente improcrastinabile qualora si desse attuazione al nuovo collettamente Campalto-Fusina che apporta una ulteriore grave anomalia nello schema idrico generale della fognatura.
A fronte di queste importantissime considerazioni permane la realtà, davvero eclatante, che non viene mai e per nulla presa in considerazione la soluzione vera della rete separativa giudicando a priori come non attuabile ciò che nella realtà rappresenta invece una assoluta priorità. I gravissimi problemi prima elencati vengono risolti con la seguente e troppo semplicistica frase : LA SITUAZIONE EFFETTIVA DELLA FOGNATURA DI MESTRE NON CONSENTE PIU’ DI REALIZZARE LA RETE SEPARATA IN TUTTO IL TERRITORIO!.

Vorrei accennare anche ad un altro elemento atto a dimostrare inconfutabilmente la somma di errori che sono presenti nel sistema fognante di cui si parla. Il Commissario ing. Carraro, tra gli altri compiti svolti compiutamente, ha anche fatto redigere dall’Ing. Petris quell’indispensabile documento che consiste effettivamente nel nuovo progetto generale della fognatura e che sostituisce in pratica il precedente progetto generale da considerarsi assolutamente obsoleto in quanto redatto nel lontano 1991 ed aggiornato solo nel 1994. Lo ripeto si tratta di un elaborato essenziale della cui importantissima esistenza si deve dar atto al Commissario e a tutto lo staff tecnico che con lui collabora. Ebbene questo documento indispensabile non è ancora ufficiale, non ha ancora subito le approvazioni di rito e deve considerarsi già superato in quanto tutte le previsioni tecniche in esso contenute ivi comprese le progettazioni generali e specifiche delle opere, il dimensionamento generale e particolare, le verifiche idrauliche fatte al modello matematico della rete fognaria completa in tutte le sue parti, ebbene tutto questo è fatto non già supponendo di addurre tutte le acque reflue a Fusina come risulta dal PIC bensì partendo dall’ipotesi dei due impianti di depurazione di Campalto e di Fusina ! Come dire che il documento fondamentale che dovrebbe orientare per un ventennio tutte le opere fognarie di Mestre è morto prima ancora di nascere!

Una ultima annotazione tutt’altro che di poco conto. Il regolamento sulla esecuzione delle opere pubbliche italiane prescrive tassativamente che quando si esegue non l’intero ma una parte di un’opera pubblica importante essa debba essere assolutamente conforme al vigente progetto generale dell’opera stessa. Ora, a quanto risultedrebbe a chi scrive, l’intervento di dismissione dell’impianto di Campalto e di trasporto delle acque reflue da Campalto a Fusina, di cui si è parlato, non sarebbe affatto conforme a nessun progetto generale approvato e quindi da considerarsi illecito.

Per concludere questa nota torno alla dichiarazione introduttiva del Sindaco prof. Cacciari su riportata.
Se è ben vero, come asserito dal Sindaco, che il ricorso al Commissario esterno significa il fallimento dei servizi comunali, che dire quando a detto Commissario si affidano compiti mille volte più gravosi e che eccedono totalmente al suo mandato come sono quelli di obbligarlo anche ad entrare nel merito del futuro assetto del sistema di sgrondo delle acque di tutta Mestre comprendendovi opere colossali come la dismissione dell’impianto di Campalto e la conseguente rivoluzione dell’intero assetto fognario?
Occorre invece lasciare che il Commissario svolga a dovere così come sta facendo con competenza e ottimi risultati solo e soltanto gli interventi urgenti e necessari per alleviare la tragedia degli allagamenti nel mentre per tutto ciò che riguarda l’impronta futura e definitiva dell’assetto fognario di Mestre occorre imboccare un’altra strada che parta assolutamente dalla verifica di fattibilità della fognatura separativa. Ciò comporta esami, proposte, tempi lunghi, discussioni, interventi di specialisti che nulla hanno a che fare con lo staff commissariale.

Quelle esposte sono soltanto considerazioni di un cittadino qualunque che fa parte di uno dei molti Comitati sorti a Mestre per cercare di tutelarsi dai continui e dannosi allagamenti, considerazioni che l’autore si augura vengano presto contestate e contraddette dagli addetti ai lavori i quali, contrariamente al sottoscritto, sono in possesso di tutti gli elementi conoscitivi per farlo e che quindi potrebbero fornire documentate prove della non veridicità di tutto o parte di quanto qui asserito. Purtroppo, sull’esperienza di quanto accaduto nel recente decennio, devo sostenere che le mie vecchie e pessimistiche previsioni si sono per la maggior parte avverate e sono state, senza che ce ne fosse bisogno, tragicamente confermate dai troppo frequenti e troppo intensi allagamenti delle aree abitate: sarei molto contento che quelle presenti in questa nota non lo fossero affatto e mi dichiaro pronto a rettificarle anche pubblicamente sulla base delle documentazioni che mi verranno fornite

Una veduta dell’impianto di depurazione di Campalto che dovrà essere dismesso. In primo piano le vasche dei dieci filtri appena posti in opera e, anch’esse, da demolire tra breve.
Una veduta aerea dell’impianto di depurazione di Campalto . Per avere un’idea delle dimensioni osservare le case d’abitazione circostanti. Vi sembra un giocattolino che si può decidere di costruire o invece di demolire con estrema indifferenza?

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